Poesia di Marino Moretti
La domenica delle recluse
Oggi, che noia, che malinconia
negli ospedali, nei conventi tetri
e nei convitti.... (Chi osa stare ai vetri
per guardare un bambino nella via?)
Spose malate, suore, convittrici,
io penso a voi, quest'oggi, al vostro male.
Chinar la testa? Alzarla? Ahimè, che vale?
Tutti uguali: reclusi ed infelici.
Casadei Rosa piange. Suor Prassede
piange. Giannina piange. E il loro cuore
non trema del medesimo tremore,
non è sorretto dalla stessa fede ?
Numero ottantasei, Casadei Rosa,
pregate Gesù Cristo benedetto
che un po' di tosse tolga al vostro petto,
al vostro petto di tubercolosa.
O suor Prassede, vi par alto il muro
della vostra dolcissima prigione?
non lo voleste il letto col saccone?
e adesso, dite, vi par così duro?
E tu, Giannina, piccola sorella,
perchè giocando al gioco degli sposi
con bruschi accenti ed occhi lacrimosi
rifiuti il braccio al tuo sposo in gonnella?
(Sorelle, anch'io recluso, anch'io malato
del vostro male: anch'io, come Giannina,
rifiuto un'avvenente signorina
che mi vorrebbe per suo fidanzato....)
Oggi, che noia, che malinconia,
che desiderio di tornare indietro !
Ma il cuore dice con dolente metro,
come presso all'altare: Così sia.
« Mi hanno messo un cartello a capo il Ietto
vicino a Gesù Cristo benedetto.
Ce l'hanno messo.... son già tante sere!
un uomo tutto bianco, un infermiere....
Ora nessun mi guarda... L'infermiere
non c'è.... La suora? No.... Voglio vedere....
(CASADEI ROSA, TISI POLMONARE.
Niente da fare). Dio ! Niente da fare ! »
Sui volti umani scende il bianco velo:
«... fiat voluntas tua sìcut in coelo...»
Hanno le voci accenti or dolci or gravi.
«... sanctis et tibi pater quia peccavi...»
Sui volti umani il bianco velo scende.
«... tuis nobis post hoc exilium ostende...»
La Madre lenta al breve aitar si prostra.
«Cor Jesu vita et resurrectio nostra!»
«Eri brutto... Eri gobbo... Eri malato...
Eppure t'amo, eppur t'avrei amato!
Come t'avrei amato! Quanti sguardi
d'amor t'avrei rivolto, o Leopardi !
Oh se io t'avessi stretto al seno forte
tu non avresti scritto: Amore e morte!
Ed or presso alla tua musa divina
son gelosa di Silvia e di Nerina!»
Oggi, che noia, che malinconia
mentre la tosse non finisce più!
Casadei Rosa, ditelo a Gesù:
Toglimi via di qui, toglimi via!
E ditelo anche voi nella cappella,
Suora Prassede, al vostro buon Gesù:
Toglimi via! ; ma tu non dirlo, tu,
dolce Giannina, piccola sorella!
da Poesie scritte col lapis