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Poesia di Marino Moretti
La signorina più vecchia di me

Se amassi voi, se amassi voi che avete
dieci anni più di me, che su la fronte
gialliccia avete ormai tutte le impronte
di quei dieci anni d'ansietà segrete!

Voi lavorate accanto alla finestra
fiorita di vasetti di vaniglia,
e siete ancora figlia di famiglia,
e avete la patente di maestra!


Che tristezza pensarvi! Avete amato
una sol volta quindici anni fa;
ma, ohimè, raggiunta la felicità,
vi morì di pleurite il fidanzato.

Un mese prima delle nozze! Ebbene,
vi giuro che geloso io non sarei
del suo ricordo e vi permetterei
di ripensarlo e di volergli bene.

E se un giorno appressassi al vostro stanco
volto o ai capelli le mie labbra amare
non mi dispiacerebbe di baciare
una ruga profonda, un filo bianco!

Dolce sarebbe la mia vita, uguale,
placida, tra i vasetti di vaniglia,
e, intenta al batter delle vostre ciglia,
scorderebbe i suoi sogni ed il suo male.

E vi direi prendendovi le dita
un po' indurite, un po' forate in cima:
«Posso giurarti che tu sei la prima,
la prima donna che amo per la vita!»

E allora, con un gesto un po' materno,
voi mi direste, flebile: «Bambino!»,
ma mi verreste sempre più vicino
per sussurrarrni: «In eterno! In eterno!».

da Poesie scritte col lapis

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