Poesia di Guglielmo Wordsworth
Siamo sette fratelli
Vidi una cara contadinella,
ch’aveva ott’anni, come mi disse,
bionda, ricciuta, bella, assai bella
con le due grandi pupille fisse.
Presso il cancello stava. Ed io : – Figlia,
quanti tra bimbi siete, e bimbette?
chiesi. Con atto di meraviglia
ella rispose: – Quanti, noi? Sette.
E dove sono? dì', se ti pare -
le dissi; ed ella mi disse: – Ma…
noi siamo sette : due sono in mare;
altri due sono in città,
altri due sono nel camposanto,
il fratellino, la sorellina:
in quella casa che c’è d’accanto,
io sto, con mamma, loro vicina.-
Tu dici, o bimba: «Due sono in mare,
altri due sono nella città»
e siete sette. Questo, mi pare,
è un conto, bimba mia, che non va.
Sette tra bimbe – diceva in tanto
e maschi, siamo. Due son qui presso
in un cantuccio del camposanto:
nel camposanto, sotto il cipresso.
Ma tu ti muovi, tu corri: è vero?
Tu canti, ruzzi, hai fame, hai sete:
se que’ due sono nel cimitero,
cara bambina, cinque voi siete.
Verde – rispose – verde è il loro posto:
lo può vedere, lì, se le preme:
da casa un dieci passi discosto:
stanno vicini, dormono insieme.
Là vado a fare la calza, e spesso
vado a far l’orlo delle pezzuole:
mi siedo in terra, sotto il cipresso,
con loro, e loro conto le fole.
E spesso, quando la sera è bella,
e quando l’aria è dolce e serena,
io là mi porto la mia scodella,
e là con loro fò la mia cena.
Prima a morire fu Nina: a letto,
tra sé gemendo, stette più dì.
Poi, l’ha guarita Dio benedetto;
ed ecco allora ch’ella partì.
Nel camposanto così fu messa,
e quando l’erba non era molle,
io col mio Nino vicino ad essa,
mi divertivo sulle sue zolle.
Poi quando cadde la neve, e bello
sarebbe stato correre, tanto,
dovè partire pure il fratello,
ed ecco che ora le sta d’accanto.
E quanti dunque siete ora voi?
Se quei due sono nel paradiso?
Sette – rispose: – sette siam noi!
Meravigliando tutta nel viso.
Ma sono morti quei due! ma sono
lassù! son anime, anime elette!
Che! ripeteva sempre d’un tono:
no, sette siamo: no, siamo sette.
Trad. di Giovanni Pascoli
La presentazione della principale interprete della filastrocca è fatta con commovente tenerezza; la forma dialogata rende più intima e spontanea la scena e dà risalto a quello che .sarà il motivo principale della poesia; l'ingenuo insistere della bimba su quel numero « sette ».
Le battute si susseguono con tanta spontaneità; il legame di affetto che unisce la bimba ai suoi fratelli non conosce barriere e va oltre la morte.
Tutta la freschezza di questi versi è nella pacata visione di verde che fa apparire il camposanto come un sereno luogo di pace.
Con quanta spontanea naturalezza la bimba riesce ad unire la vita terrena alla vita soprannaturale in nome del sentimento tenace e vero, che non può morire.