Poesia di M. Tabarrini
Casa di città
La casa mia è un gran cubo di cemento,
in mezzo a tanti altri, almeno cento.
Diecimila terrazze, tutte uguali,
centomila ignorati davanzali.
Con tanti bimbi e voglia di giocare,
ma spazio più non c'è per scorrazzare.
Di sopra ai tetti scorgo il cielo azzurro
e aspetto il vento, un cinguettio, un sussurro.
Grillo non canta qui, né raganella,
non vola uccello, almen la rondinella.
Non un'acacia o glicine; o un gran pino
di Natale, né rosa o gelsomino.
Né silenzio, né pace: sol rumori
di macchine, di radio e di motori.
Vedo le stelle palpitar lontano,
penso sprizzar le lucciole sul grano.
Soffro il grigio e lo smog, e sogno i prati
dai mutevoli toni e ossigenati.