Invocazione a Dio
di Rainer Maria Rilke
Spengimi gli occhi, ed io Ti vedo ancora;
rendimi sordo, e sento la tua voce;
mozzami i piedi, e corro la tua strada;
senza favella, a Te sciorrei preghiere.
Dirompimi le braccia, ed io Ti stringo
col cuore mio, fatto, repente, mano.
Se fermi il cuore, batte il mio cervello;
ardi anche questo: ed il mio sangue, allora,
Ti accoglierà, Signore, in ogni stilla.
E' un'invocazione sublime. Il Poeta si sente rapito a tal segno Nella visione illuminante di Dio da bramare soltanto di vivere e di annullarsi in Lui.
Da Liriche, tradotte da V. Errante