Poesia di Domenico Marras
Cene morte
Si lavorava da mattina a sera,
alcuni giorni più di dodici ore.
All'epoca il lavoro, oltre che lungo,
era anche tanto, tantissimo duro.
Allora era molto duro anche il pane
di noi lavoratori della terra.
Solo la domenica e i dì di festa
era un po', leggermente più morbido,
perché leggermente, un po' più condito.
Ma ciò nonostante, la sera, a cena,
nove, dieci, undici e dodici figli,
tutti presenti, assieme ai genitori,
appena fatto il Segno della Croce
e recitata la breve preghiera,
s'iniziava il cerimonioso pasto,
durante il quale molto si rideva.
Si mangiava e si rideva felici:
felici di stare assieme a tavola,
di dividere il poco che si aveva
Adesso, la sera, quando ricordo
la felicità e le risate fatte
durante quelle religiose cene,
non rido più, mi viene da piangere,
e piango perché so che sono morte.