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Poesia di Domenico Marras

Carissimo Chicchino

Come ben sai, dalla tua dipartita

Di tempo ne è passato tanto tanto,

Ed il silenzio è stato molto lungo.

Ora però, felice circostanza

Impone che ti scriva una lettera:

Ieri, domenica, bella giornata,

Con Nina e Antonio siamo stati a pranzo

Dal tuo bravo e perseverante figlio,

Che, seguendo le tue orme ti raggiunse

E speditamente ti sorpassò,

Per aspettarti seduto al traguardo,

Dove, purtroppo, non sei mai arrivato.

I commensali eravamo noi tre,

Tuo figlio Tore con la moglie Lalla,

La sorella di questa e il figlioletto,

La tua carissima sposa Mariuccia,

Nonché la tua figlia grande Raimonda.

A tavola si era tutti felici!

Ma non per la bontà dei tanti piatti

O perché si pranzava in prefettura,

Bensì per il parlare e stare insieme.

Stare insieme, a momenti, rattristato

Dal fatto che tu eri presente solo

Con lo spirito e non fisicamente,

Come tutti quanti avremmo voluto.

E quando la tua carissima sposa

Capì che la tristezza che, a momenti,

Rabbuiava i nostri volti era la stessa

Che rattrista e addolorava il suo cuore,

Il pudore umano le venne meno

E non riuscì più a celar le lacrime,

Che copiose le rigarono il viso,

E nel precipitare verso terra

Si mutavano in petali di rosa.

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