Poesia di Domizio Vignali
I dodici viaggiatori
Ecco: il primo ad arrivare
è Gennaio che fa tremare;
porta neve, ghiaccio e gelo,
copre il ciel d'un tetro velo.
Segue il rapido Febbraio,
ora triste ed ora gaio:
reca un poco d'allegria,
poi le feste manda via.
E vien Marzo pazzerello,
scalzi i piedi e in giubberello,
che ci dona un po' di sole
e il profumo di viole.
Poi s'avanza il mite Aprile,
ch'è, dei mesi, il più gentile
che riveste le campagne,
le riviere e le montagne.
Ma il più bello è certo il Maggio,
che ha per manto un biondo raggio
ed ha fiori intorno al crine;
gigli e rose porporine.
Ecco il Giugno mietitore:
bagna il grano di sudore,
ma dell'afa ti compensa
con il pane sulla mensa.
Piace a Luglio andare al mare,
a remare, a diguazzare.
Ci regala le albicocche,
pesche a mucchi e prugne a ciocche.
Beve Agosto nel secchiello
tutta l'acqua del ruscello,
ma che festa di lamponi,
di cocomeri e meloni!
Poi Settembre nel suo tino
ribollir fa il nuovo vino
e ci porge un bel paniere
di rosate mele e pere.
Ecco Ottobre, il gran pittore,
che a ogni foglia dà un colore
e ci porta le castagne
che abbacchiò sulle montagne.
Con Novembre i primi geli
e nel ciel nebbiosi veli:
reca funebri corone
e tristezza in cor ti pone.
Alfin, ultimo arrivato,
vien Dicembre e gela il fiato;
ma ci porta un dono bello:
il divino Bambinello.