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Poesia di Angiolo Silvio Novaro
Tra madre e figli

Mamma, qualcuno va per l'orto oscuro,
qualcuno va sopra la ghiaia". Senti?
E si avvicina, e palpa al buio il muro.
e trema, e batte i denti".
Chi è
Nessuno, amore. È il venticel che gioca
con qualche secca foglia:
ride il monello dalla voce roca
mentre gli alberi spoglia...
No, non è il venticello
che ride come un piccolo monello.
Chi è
Nessuno, amore. Dormi È la fontana
che nel silenzio udisti,
che raccontava una favola vana
a certi alberi tristi.
No, non è una fontana
che raccontava una favola vana.
Chi è
Nessuno, amore. Dormi. È un rondinotto
che al buio cerca il nido
e fuor dal cuore ingombro d'ansia e rotto
mette un timido grido.
No, non è un rondinotto
che mette un grido fuor del cuor suo rotto...
È il fratellino mio che torna, e picchia.
Il cuore non m'inganna:
picchia che ha freddo, e vuoI la calda nicchia,
e poi la ninna nanna...
Tu hai la febbre, amore! Non arriva
nessuno di lassù.
Chi sbarca a quella solitaria riva
 non ritorna mai più!
E dunque sulla riva solitaria
è più bello che qui?
E non ci andremo? E questo mare d'aria
lo passeremo? E dì',
rivedremo anche lui che ride al sole
dentro la rosa cuna
o salta allegro tra le verdi aiuole
al chiaro della luna?..
Dimmi tu, dimmi tu.
Come una pietra era la madre immota
e nulla rispondeva:
fissava intenta la cunella vuota
e nel cuore piangeva.
Ma nel mar della grande aria turchina
una stella si accese
piccola.e repentina,
e tremolò, come per dire: - Si!
E il bimbo vide, e intese,
sorrise, e si addormì.

Angiolo Silvio Novaro, poeta di sentimenti delicati e di garbata ispirazione popolare, esprime in questa breve poesia l'ansia di un bimbo che pensa al fratellino morto, interrogando la madre, e lo sconsolato dolore della donna che vuole distrarlo.
E' sera, un bambino, nel delirio provocato dalla febbre, ode rumori in giardino e ne avverte la madre la quale lo consola dicendogli che è il rumore del vento fra le foglie secche. Ma il bimbo insiste e alle parole della madre risponde: E' il fratellino mio che picchia, che ha freddo e vuole la sua culla e chi gli canti la ninna nanna.
Ma la madre gli ricorda che il fratellino è morto e dal regno della morte non torna mai nessuno. E allora, se nessuno torna, vuol dire che lassù è bello, dice il bambino e chiede: Potremo rivedere il fratellino?
Mentre la madre fissa impietrita la culla vuota, una stella del cielo risplende più intensamente e pare che dica di sì.
La poesia ha una grazia di fiaba che riesce a spegnere ogni tristezza ed ogni malinconia.

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