Poesia di Marcos Pozuelo Casado
La danza dell'Entropia
Non sapevo neanche chi ero
quando di colpo
un sottile palpito caldo mi accarezzò.
Dal mio profondo centro
un fiore pulsante prese a battere.
Dalla volta celeste
un'enorme rosa bionda
mi regalava la sua eterna pulsazione.
Oltre i vetri sferici del mio sguardo
il fiore di sangue
calava il suo sipario di lacrime.
Una farina incolore
cadeva dal suo cuore pieno d'ardore
partorendo fragili forme.
Una farina incolore
cadeva dal suo cuore pieno d'ardore
partorendo creature vitree dal corpo deforme.
Dalla sua culla fradicia di passione
l'idrogeno sfornava nella sua fusione
i semi della sua unione
distendendo le sue radici,
portando la vita.
Dopo un primo palpito solare
un oceano di sensazioni mi travolse.
Dondolavo tra il sole e la luna...
...appeso alla Terra...
...mi ustionavo con i sussurri ardenti del sole...
...mi congelavo tra le fredde lacrime della notte...
...mi riempivo di gioia abbracciato ad un candido cristallo di calore...
...piangevo vedendo un cadavere sdraiato sul cielo...
...sognavo una porta per un'altra vita...
...affogavo nei miei incubi dentro al vortice di Giove...
Non sapevo neanche chi ero,
ma sapevo che esistevo
e che qualcosa dentro di me
voleva che continuassi ad esistere.
Dentro di me una fragile alleanza
di milioni di minuscoli esserini in simbiosi
con un identità propria aveva deciso
che dovevo continuare a vivere
non so se per volontà propria
o per l'inerzia dell'entropia.
.............
Sotto un ruscello di farfalle bianche
aprii gli occhi in una mattina di dicembre.
Quel mio primo giorno di esistenza
sotto il debole bagliore della Luna
sboccio tra le mie labbra una domanda:
che cos'è la vita?
Tra le ali del cielo
e le geometrie della terra
cercai la vita.
Tra le nebbie della sera
e fuochi del dì
ritrovai il mio corpo.
Dentro al mio corpo corallino
uno spiritello di lume
cercava un destino dorato
oltre le lenzuola del cielo.
Dentro al mio corpo corallino
uno spiritello di lume
cercava di scappare
dalla lingua gelida dell'inverno.
Dentro al mio corpo corallino
due spiritelli di lume
cercavano di uccidere Selene.
Dentro al mio corpo corallino
desidero e paura
cercavano una nuova
via di luce tra le concavità del cosmo.
Sotto al mio guscio madreperlaceo
un oceano di occhi
si nascondeva dalle labbra della luna.
Sotto la mia pelle cento sguardi bianchi
cercavano un cielo dove andare,
ma quando l'entropia balla la sua danza
le stelle si nascondono.
Sotto la mia pelle
riposavano milioni di cellule seppellite una sotto l'altra.
Sotto la mia crosta cercavano una via di luce che si alzasse sopra i limiti dell'aurora,
ma non c'è sera che la luna non si affacci alle sue verande di galena.
Sotto la mia pelle
riposava un infinita rete di cellule intrecciate.
Sotto la mia crosta cercavano l'abbraccio di gaia, madre della vita,
ma non c'è terra che nasconda la luna per più di qualche ora.
In questa notte senza stelle
le mie cellule
cercavano sotto la mia pelle
cento caravelle
per poter volare sulle vette
di un nuovo mondo ribelle.
In questa notte di apparenze
si alzavano sopra le stelle
cento occhi celati
tra le cavità del cosmo.
In questo regno
pieno di sentinelle
sotto il fiume dell'aurora
la farina del sole
cadeva sulla Terra.
Bagnato dal candore
di un astro lucente
mi sentivo dentro
al suo tessuto rosso.
Portando le stelle
dentro al mio cuore
mi sentivo di sprofondare
dentro al suo corpo.
Depositati dietro
alle vetrine dell'esistenza
milioni di microrganismi
cercavano di fondersi
per diventare una coscienza collettiva.
Depositati dietro
alle vetrine dell'esistenza
milioni di esseri in simbiosi
si cibavano dei loro simili.
Da miriadi di forni volanti
l'entropia si accresceva
seminando nuclei di vita.
Rinchiuso dentro ai gusci di elettroni
degli isotopi
giaceva il mistero della vita.
Una misteriosa meccanica arcaica
sepolta tra le polveri cosmiche
dava vita alla vita e
toglieva la vita alla vita.
Un misterioso demone incosciente
sommerso nel ventre del cosmo
partoriva e seppelliva le stelle
sotto la coltre eterna.
Marcos (Drago1721)
Poesia estratta dal mio libro di poesia "Tempesta di Plasma"