Poesia di Coventry Patmore
Le cose amabili e non amate
Singolarmente sospinto ad amare
le cose amabili ma non amate,
di tutte le stagioni
amo l'inverno soprattutto;
Se quella fosca nube che ravvolge
il mondo men somiglia a gelo o a tenebra
che a calore ed a luce addormentati,
e sembra rivestire respirando
la messe che, bambina, lievemente
sotto il piumino di neve respira.
Non v'è cosa nei campi o nei giardini
che non contenga, a guardarla, serena
la sostanza di cose che si sperano
in primavera, e la testimonianza
dell'estate invisibile ...
Il caprifoglio, nella brama ardente
della dolcezza deIla vita, sdegna
gli ostacoli del gelo e del nevischio,
sfugge alla legge del tempo, e gemmare
fa, nel silenzio, ora una foglia nuova,
ora un piccolo ramo vagabondo;
spesso, protetta tra le macchie, come
chi è distolto dal sonno alla prim'ora,
la primula o la mammola, smarrita,
si sveglia e crede che sia tempo ormai
di rifiorire.
Non amato da nessuno, l'inverno dovrebbe esserlo da tutti. E' la sorte di tutte le cose buone e troppo umili che agli occhi dei più appaiono meno belle di altre, e per ciò poco degne di interesse. Ma il suo severo aspetto che ravvolge il mondo non è una fosca nube di gelo e di tenebre,
come appare ai nostri sguardi superficiali, bensì luce e calore addormentati che, col loro respiro profondo, protteggono il respiro lieve della messe bambina, nascosta sotto il piumino di neve.
Ogni cosa, d'inverno, mostra la sostanza di ciò che sarà e di tutto ciò che si spera; ogni cosa è promessa di vita religiosa, ogni cosa è pronta; basta una giornata di sole e già una foglia nuova, un piccolo ramo .vagabondo., una primula o una mammola si aprono alla vita.
La poesia è bella soprattutto per l'immagine della prodigiosa forza della vita ancora bambina e bisognosa di tenera protezione, ma già tanto impaziente e rigorosa da saper sfidare le leggi stesse della natura per affrontare giovanilmente la grande avventura del suo breve ciclo stagionale.