Poesia di Enrico Panzacchi
Orme sulla neve
Sull'alba è intatta al suolo
la grande nevicata
che fioccò tutta notte;
Poi sul bianco lenzuolo
appar qualche pedata:
pié grandi e scarpe rotte.
Soffre la vita o dorme:
ai bimbi il verno è crudo,
come all'età cadente.
Veggo, fra l'altro, l'orme
d'un picciol piede ignudo
che m'attrista la mente.
Ahi, ahi, chi vi ristora,
o tremanti piedini
di fanciullo errabondo?
E vi son dunque ancora
dei poveri bambini
che van scalzi pe'l mondo?
E' l'alba e pian piano la vita si risveglia in un borgo modesto, ammantato di un bianco tappeto di neve, caduta durante la notte. Non per tutti il candido dono del cielo significa gioia: in un mesto accostamento ne soffrono i poveri, i bimbi ed i vecchi, uniti dalla comune debolezza.
Escono dalle case le prime persone e sul loro cammino lasciano orme di scarpe rotte, ma la tristezza del poeta trova la sua espressione più amara quando egli scorge i segni lasciati dai piedini nudi di un bimbo. « perchè?» ti mormorano questi versi, «Perchè un piccolo essere deve soffrire indifeso senza che nessuno lo aiuti?»
Per te è un invito a pensare che, mentre tu forse ti diverti a far baloccate, c'è qualche altro bimbo che invece soffre per la solitudine, il treddo e la fame.