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Poesia di Ugo Ghiron 
Il faro

Sta tutta la notte a spiare
lontano sul mare,
pupilla di fuoco
che fisa nel buio sfavilla.
Si spegne, s'accende,
ancora si spegne,
più viva risplende.
E il mar, che giù
rimormora poco
o ulula fiero,
par dirgli crucciato e severo:
Che cerchi, grand'occhio di fuoco?
E il faro sfavilla,
né all'onde risponde: .
Ma parla soave
col fido lucente suo raggio
a più d'una nave
lontana, sul mare.

E' una facile poesia che interessa non tanto per i suoi pregi artistici quanto per il motivo stesso della sua ispirazione, che ti induce a riflettere su quella « pupilla di fuoco» vigilante sulle tenebre.
La sfumatttra più notevole del breve componimento poetico è il silenzio attribuito al faro in contrapposizione al soave linguaggio che esso, con la sua luce, rivolge alle navi, sperdute tra i cupi flutti.

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