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Poesia di Vincenzo Fiaschitello La verità

Quando ripenso ai dolci nespoli e agli aranci
del giardino delle suore dove fanciullo frequentai
le scuole, mi sembra l'invenzione
di un sogno confuso e nella nebbia avvolto.
Una suora vedo, non so se orsolina o domenicana,
che con occhi severi mi chiede con perfida insistenza
quanto fa sei per sette. Le nuvole,che ciondolano
pigramente da uno specchio di cielo all'altro,catturano
tutta la mia attenzione. Solo sento una voce aspra
che mi rimprovera: -Ricordati che tuo padre
è un galantuomo!-
Galantuomo, parola che mi colpisce al cuore
senza capire: offesa grave a mio padre!
-La peggiore delle disgrazie è non dire
la verità- continua l'irosa suora.
Ho mentito dicendo di aver studiato
la tabellina del sei.
Poi mi lascia solo: guardo l'arancia matura
e profumata che ancora appesa al ramo dell'albero
allegramente oscilla al tocco della mia mano.
L'avrei colta furtivamente e poi negato!
Ma potevano le pigre sorridenti nuvole
nascondere la verità?

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