Cesare Angelini
A sedici anni prese l'abito bianco e nero delle Mantellate, il terzo ordine domenicano che, mentre la impegnava a vivere da religiosa, la lasciava libera di continuare a vivere in famiglia e dedicarsi con letizia alle opere di carità e di bene.
I suoi cittadini la vedevano spesso entrare in una casa o in un'altra, certo per far del
bene, visitare un malato, aiutare un povero, assistere un moribondo.
Una volta incontrò un povero che le chiese l'elemosina. Gli rispose Caterina:
Caro fratello, perdonami, ma non ho un soldo in tasca.
Però puoi darmi il mantello - replicò il povero.
È, vero - soggiunse Caterina, e toltosi il mantello di dosso; glielo donò.
La sua gloria maggiore fu però senza dubbio quella di aver persuaso il Papa a ritornare a Roma. Da settant'anni i papi dimoravano ad Avignone in Provenza.
Regine, re, poeti, avevan detto e fatto di tutto per convincerlo a ritornare a Roma!
Non eran riuscito a niente.
Ci doveva riuscire questa povera fanciulla, solo armata di carità e di luce.
Un bel giorno Avignone vide una brigatella di monache in bianco e in nero zoccolare per le sue vie sassose.
Erano Caterina e poche altre sorelle arrivate lì dalla Toscana, dopo stenti e disagi. Caterina cerca del Papa. Lo trova in concistoro, che vuoI dire raduno dei Cardinali. Sono tutti in porpora rossa, da impressionare chiunque.
Ma Caterina, che vedeva un altro rosso, il rosso sangue di Cristo sparso per la redenzione degli uomini, si rivolse al Papa, gli parlò con forza modesta e lo persuase.
Torna a Roma, o Santo Padre, là Dio ti chiama.
Otto giorni dopo il Papa era a Roma. Tanto vale la parola d'una Santa.