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 4 Novembre una data storica per l'Italia

In questo giorno, l'Italia vuoI ricordare la grande vittoria da essa ottenuta alla fine della prima guerra mondiale e insieme l'unità della Nazione e la Giornata delle Forze Armate. Qui vogliamo parlare, della pace, verso la quale dovremo indirizzare i sentimenti di noi tutti.Tutti gli esseri viventi, sono portati,verso l'aggressione, verso l'offesa, in definitiva verso la guerra. Non si spiegherebbe altrimenti come mai gli uomini invece di trattare pacificamente, invece di tentare di risolvere col ragionamento e la comprensione scambievoli le difficoltà che quotidianamente si presentano, parlano quasi sempre di guerra come se con la guerra si potesse risolvere ciò che non si risolve con la pace. Invece, purtroppo, ogni guerra è sempre seme di un'altra guerra perché i popoli vincitori vogliono avere la supremazia appunto in virtù delle loro vittorie, mentre i popoli vinti nutrono risentimento e sopportano malvolentieri la supremazia degli altri.

La prima guerra mondiale scoppiò principalmente per la rivalità esistente fra i grandi Stati dell'epoca tutti più o meno imperialisti: la Germania e l'impero Austro - Ungarico contro l'Inghilterra e la Francia da una parte, contro la Russia dall'altra.
L'Italia entrò in guerra nel 1915 il 24 Maggio a fianco degli Inglesi e dei Francesi e fu una guerra durissima dove perdemmo 600.000 uomini e guadagnammo alcune terre irredente, fra cui Trento e Trieste. Le vicende furono varie e non sempre vittoriose. Conoscemmo amare sconfitte, ma anche sfolgoranti vittorie per opera soprattutto delle valorose truppe che seppero resistere a una guerra logorante, difficile e male organizzata. Finalmente il conflitto ebbe termine il 4 novembre 1918 con una strepitosa vittoria che ci portò ad occupare le città irredente per cui avevamo combattuto e dato tanti morti. Da ricordare il sacrificio dei martiri Cesare Battisti, Fabio Filzi, Nazario Sauro, Damiano Chiesa che furono imprigionati e messi a morte dall'Austria per aver amato l'Italia che essi consideravano la loro patria pur vivendo nei territori irredenti.
Il concetto di Patria

Purtroppo laprima guerra mondiale non risolse i veri problemi del mondo, ma, anzi, dando soddisfazione all'egoismo di alcune Nazioni, preparò quelle cause che dovevano poi far scoppiare la seconda guerra mondiale. Naturalmente si parla neutralismo, e che si difende la patria soltanto facendo la guerra. Questa si può considerare necessaria soltanto quando la patria viene aggredita, ma negli altri casi, in tutti gli altri casi, si dovrebbe procedere a trattative col fine di preparare non una guerra mondiale, bensì una pace mondiale che veda le nazioni prosperare pacificamente nella via del progresso e della civiltà. La guerra ci riconduce all'epoca delle caverne quando soltanto la forza aveva ragione e poteva imporsi anche alla giustizia.
La guerra è sempre nefasta, sia che si vinca sia che si perda, perché importa, innanzj tutto enorme sacrificio di vite umane e poi di ricchezze, di beni e di tutto ciò che si è faticosamente raggiunto e conquistato in tempo di pace. Inoltre lascia semi di odio, di rancore, di rivalsa che prima o poi, sfociano in nuovi conflitti. Questo non significa, naturalmente, che non si debba tutelare l'unità della patria, il suo onore e la sua invulnerabilità.
Ma bisogna unire i nostri sforzi perché la pace sia salvaguardata fino all'ultimo.
Vi sono tanti modi per dimostrare il nostro amore alla Patria. Perché la nostra nazione sia stimata e considerata, occorre che gli sforzi dei cittadini siano orientati in modo da farla sempre più civile, progredita e tale da meritare la considerazione di tutti. Se gli stranieri che ci guardano con occhio non sempre benevolo, vengono a conoscenza di episodi che, sia pure riguardanti i singoli, non fanno onore al paese in cui avven-gono, naturalmente saranno portati a disistimarci, come nazione, a non avere considerazione per noi.
Cerchiamo quindi di dare di noi un quadro tale da suscitare se non l'ammirazione, sempre difficile a guadagnarsi, almeno la stima e la considerazione degli altri. Episodi di malcostume non provocano la stima degli stranieri, naturalmente, e cosi i rumori inutili, l'aspetto sporco, disordinato, incivile delle nostre strade e dei nostri luoghi pubblici, gli atti di indisciplina dei nostri automobilisti che urtano e indispettiscono, oltre che meravigliare, chi viene nel nostro paese.
Il buon nome dell'Italia è affidato anche agli emigranti. Non dovremo mai sentire questa espressione: « Si capisce quello che ha fatto: è italiano! ». Nulla di più umiliante e deleterio per il buon nome della nostra
Patria. Ma se l'Italia darà di sé un quadro dignitoso, fatto di educazione, di civiltà, di rispetto verso se stessa e gli altri, nessuno potrà negarci la considerazione che una grande nazione come la nostra, merita.

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