Inno al Milite Ignoto
di E. A. Mario pseudonimo di Giovanni Gaeta
Il Carso era una prora,
prora d'Italia volta all'avvenire,
col motto in cima: Vincere o morire.
E intorno a quella prora si moriva,
quando alla nave arrise la vittoria;
e il nome d'ogni fante, che periva,
passava all'albo bronzeo della storia.
Soldato ignoto, e tu,
sperduto fra i meandri del destino,
mucchio senza piastrino,
Eroe senza medaglia,
il nome tuo non esisteva più. Finita la battaglia,
fu chiesto inutilmente;
nessun per te rispose allor:
Presente!
La gloria era un abisso,
che si stendeva dallo Stelvio al mare,
ma l'occhio ardente e fisso
non si distolse: si dovea passare...
E la chiodata scarpa vi passava,
tritò l'impervio Carso, a roccia a roccia,
e il Piave sacro nemico tratto a goccia a goccia.
Soldato ignoto, e tu,
ritorna dai meandri del destino,
brilli il tuo piastrino,
fregiato dalla palma:
tu sei l'Eroe,
che non morrà mai più.
e solo la tua salma, ch'è volta ad Oriente,
da Roma può rispondere:
Presente!
E. A. Mario pseudonimo di Giovanni Gaeta