Poesia di Natale
di Francis Thompson
Gesù Bambino
Eri tu schiavo Gesù Bambino,
un giorno, e come me piccino ?
E che sentivi a vivere
fuori dei Cieli, e proprio come io vivo?
Pensavi mai le cose di lassù,
dove fossero gli angeli chiedevi?
lo al tuo posto avrei pianto
per la mia casa fatta di cielo;
io cercherei dintorno a me, nell'aria,
«gli angeli dove sono? », chiederei,
e destandomi mi dispererei ..
che non ci fosse un angelo a vestirmi!
Anche tu possedevi dei balocchi
come li abbiamo noi, bimbe e bambini?
E giocavi nei Cieli con tutti
gli angeli non troppo alti,
con le stelle a piastrella? Si giocava
a rimpiattino, dietro le loro ali?
Tua madre ti lasciava sciupare le tue vesti
sul nostro suoI giocando?
Com'è bello serbarle sempre nuove,
per i Cieli d'azzurro sempre tersi!
T'inginocchiavi, a notte, per pregare,
e le tue mani, come noi giungevi?
E a volte erano stanche, le manine,
e assai lunga sembrava la preghiera?
E ti piace così, che noi giungiamo
le nostre mani per pregare te?
A me sembrava, avanti io lo sapessi,
che la preghiera solo cosi vale.
Quello di Francis Thompson è un omaggio personale, una conversazione amichevole con il Bambino Gesù.
Il poeta si mette nei panni di un bimbo e s'informa, con preoccupazioni e parole di bimbo, sulla vita trascorsa in terra da un bambino abituato a stare in cielo a giocare con gli angeli belli.