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Versi d’ottobre di Mario Luzi
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Versi d’ottobre
di Mario Luzi

È qui dove vivendo si produce ombra, mistero
per noi, per altri che ha da coglierne e a sua volta
ne getta il seme alle sue spalle, è qui

non altrove che deve farsi luce.

È passata, ne resta appena traccia,
l’età immodesta e leggera

quando s’aspetta che altri,
chiunque sia, diradi queste ombre.
Quel che verrà verrà da questa pena.
Siedo presso il mio fuoco triste, attendo
finché nasca la vampa piena o il guizzo
sul sarmento bagnato della fiamma.

Tu che aspetti da fuori della casa,
della luce domestica, del giorno?
oggi, oggi che il vento
balza, corre nell’allegria dei monti
e a quell’annuncio di vino e di freddi
la furbizia dei vecchi scintilla tra le grinze?
Quel che verrà, verrà da questa pena.
Altra sorte non spero mai, neppure
sotto il cielo di questo mese arcano
che il colore dell’uva si diffonde
e l’autunno ci spinge a viva forza
fino ai Cessati Spiriti o al Domine quo vadis?.

Mario Luzi
Da onore del vero, in Tutte le poesie

Arrivato nella piena maturità della vita Mario Luzi ha preso coscienza che la propria salvezza esistenziale, la salvezza della disperazione, non potrà venire dall'esterno ma solo dal suo spirito, dalla sua capacità di dare un senso alle proprie pene. La sofferenza dell'uomo non va perduta con la morte, ma è un «seme».

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