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Non dico la certezza del principio
di Mario Luzi

Non dico la certezza del principio,
umbratile, sì e no posseduta
ma durevole, durevole sempre –
non dico questo
ma quando una lunga età si smarrisce
nell’assenza di un fine visibile
e tu stesso – parte insicura
di lei – ti aggiri

stordito dalla sua frondosità superflua
frugando, rovistando,
decidendo il da farsi su strani oroscopi
e umiliato nella tua forza inespressa ancora ti logori

«O non sei tu, invece,
che manchi di metterci amore
quasi uno, avverso,
te ne avesse ritirato la grazia?»
suona forte una voce non straniera
per quanto sciabordita dal mare grosso che le è dietro
e dentro – una voce alta di nocchiero,
diresti, entrata di soppiatto qui nella stanza.
E ti rimanda le turbe, come allora in Galilea,
di Benares e di Sarnath,
oceano umano in via d’estinzione
putrefatto dall'inedia o forse poltiglia
dove in giorni di caligine
si schiude il seme azzurro dell’anno.

da Su fondamentali invisibili

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