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Poesia di Giuseppe Ungaretti
Apocalissi

1
Da una finestra trapelando, luce
Il fastigio dell'albero segnala
Privo di foglie.

2
Se unico subitaneo l'urlo squarcia
L'alba, riapparso il nostro specchio solito,
Sarà perchè del vivere trascorse
Un'altra notte all'uomo
Che d'ignorarlo supplica
Mentre l'addenta di saperlo l'ansia?

3
Di continuo ti muovono pensieri,
Palpito, cui, struggendoli, dai moto.

4
La verità, per crescita di buio
Più a volare vicino s'alza l'uomo,
Si va facendo la frattura fonda

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Ungaretti aveva l'abitudine, dopo la mezzanotte della fine dell'anno, di segnare qualcosa nell'agenda dell'anno nuovo. Questa volta, dopo una pausa abbastanza lunga, nascono i frammenti dell' Apocalissi. Il quarto si riferisce in particolare alla passeggiata lunare degli astronauti. Quasimodo aveva scritto sull'Unità che quella conquista scientifica rappresentava la morte di Dio. Ungaretti, quasi rispondendo indirettamente, ci dice che nessuna scoperta scientifica riuscirà mai a svelare il mistero: il mistero, anzi, si infittisce.

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