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Poesia di Gian Luigi Bonardi 
La cicogna Russa 

Ricordi, amico, la cicogna Russa?

quel suo vagare sopra i girasoli

a raggiungere il palo della luce

e accovacciarsi lenta nel suo nido?

Ricordi che ne filmavamo i gesti

e con lo sguardo planavamo al suolo

curiosi di sapere il suo destino?

Ricordi, vagabondo camperista,

l’invidia per non essere leggero,

per non poter varcare con le ali

il mistero dell’aria, in sospensione,

capace di tracciare nella steppa

disegni alati, con le zampe tese

sotto le piume, pronte all’atterraggio?

Ricordi il volo più ravvicinato?

quello sguardo curioso, sopra il becco

a scrutarci le mosse con prudenza

per comprendere forse quale spinta

poteva governare i nostri mezzi

su quell’asfalto viscido e ondulato?

Ricordi, amico, la cicogna Russa?

quel fascino da principe altezzoso,

quel desiderio di capirci al volo,

e tuffarci in reciproci pensieri,

turisti dell’ignoto, cavalieri

d’un mondo che pareva superato?

Ricordi, amico, quel gesto d’intesa?

“vieni a trovarci, splendida creatura,

e per il dono che vorrai lasciarci

ti accoglieremo con tutti gli onori

tra le pinete, qui, sotto i ghiacciai,

qui, dove la montagna si fa rosa

ad ogni approssimarsi del mattino”.

E con nostra sorpresa e meraviglia

quella cicogna Russa prese il volo

verso la direzione suggerita,

verso nord-ovest, come concordato

per un appuntamento con l’ignoto.

Ricordi, amico, la cicogna Russa?

A volte non c’è altro di più serio

che credere che il sogno poi si avveri.

Amico, forse non ci crederai,

ma stamattina, sotto il Monte Rosa

presso il giardino ancora mezzo a neve

una grande e simpatica cicogna

ha fatto sosta, ed ha recato un dono.

Ricordi, amico, la cicogna Russa?

Credo che adesso non potrai scordare

quella promessa chiesta sotto voce...

a buon intenditor...poche parole!

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