Poeti Emergenti
Poesia di Gabriele
Al casinò
I fiori belli profumano d'intenso e da lontano ammirate
per la loro bellezza, intimi raggianti nel presente vivono
come le anime la vita nel cuore, in un momento non vale
una fiches l'anima per giocare la mia vita al casinò.
Non puoi essere tu la mia anima, perché sei nera più della
peste, parkinson! Sei peggio della pece.
Quella mia si mostra frivola poi al freddo pungente, tutto tace!
e resta duro nelle sue convinzioni, le giornate passano tutte
monotematiche in quella noia bestiale raccapricciante della
morte per il mondo disabile. Ooh Dio qua si muore invano.
A me invalido chi mi certifica la morte, chi è poi che mi farà
resuscitare? Lo vorrei solo per tornare a lavorare, perché
ci stiamo giocando il futuro sulla pelle della nostra repubblica.