Poeti Emergenti
Lettera di Gabriele
Nel livore
Caro Giampiero,
Inutile spensierar al solito vento le belle parole
restano vane anzi, risparmia la pazienza tua per altro
sarà una sorpresa per la speranza che si nutre di quiete
nel discorso consueto del vivere la vita… interrotta.
Perché, così è! Giampiero che da una vita ti trascini
dietro un peso,"La morte" nel fisico che langue trova
la sua ragion d'esistere in un momento, breve finisce
la trama nel tormento, termina lo svolgimento del
vivere la vita… Arrivato così, messo in croce nel livore
mi ritrovo senza sapere nulla alla fine della mia storia.
Tutto si conclude nell'illusione senza una concepibile
risposta da dare alla vita mia impegnata con l'anima che
piange in questo corpo senza salute che sfalda la pelle
a vista… all'improvviso. Ooh Dio tutto ciò è una follia!
Poesia che nasci ogni mattina, al sorgere dei primi raggi
del sole, frega il calore per scaldare l'anima nel cuore
e, la luce per illuminare con continuità l'intelletto poi a
ragion veduta son pronto al servizio della mente rinnovando
le questioni di cuor gentile che trema per l'amore che vuole
andare via.
Ahimè! Non vedo in me fantasie di sorrisi, di abbracci,
di dolcezze in un scenario di consuete amicizie… acidi
gli affetti sono nella noia.
La malinconia con del buono scappa via, per i troppi decessi
di morte, visti in video di suicidio, con la vita mia come
quella degli altri sulla triste terra provata dalla stessa natura
e le stesse stagioni s'ancestrano d'energia astrale.