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Poesia di Gabriele D'Annunzio

O giovinezza 

O Giovinezza, ahi me, la tua corona
su la mia fronte già quasi è sfiorita.
Premere sento il peso della vita,

che fu si lieve, su la fronte prona.

Ma l’anima nel cor si fa più buona,
come il frutto maturo. Umile e ardita,
sa piegarsi e resistere; ferita,
non geme; assai comprende, assai perdona.

Dileguan le tue brevi ultime aurore,
o Giovinezza; tacciono le rive
poi che il torrente vortice dispare.

Odo altro suono, vedo altro bagliore.
Vedo in occhi fraterni ardere vive
lacrime, odo fratelli petti ansare.

Il poeta avverte lo spegnersi della giovinezza, ma l'accoramento di quel  che egli avverte dileguare per sempre, è attenuato dal nuovo sentimento della vita che egli prova in sè: ora egli guarda gli altri  con occhi più buoni e fraterni e trova nuove dolcezze nell'esistenza.

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