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silenzio
Poesia di Charles Baudelaire
L'orgoglio punito

Ai tempi meravigliosi che la Teologia
fioriva con più linfa e con più energia,
si narra che un giorno uno fra i dottori più valenti
- dopo aver forzato tanti cuori indifferenti;
averli smossi nel fondo dei loro neri meandri,
dopo aver superato verso le glorie sante
strani sentieri da lui stesso ignorati,
dove solo i puri Spiriti erano forse passati -
come chi sia salito troppo in alto, dal panico
afferrato gridò, in preda a un orgoglio satanico:
« Gesù, piccolo Gesù, t'ho spinto in alto davvero!
Ma se avessi voluto attaccarti nel punto più debole,
la tua vergogna sarebbe pari alla tua gloria
e non saresti più che un feto derisorio!».
Immediatamente se ne andò la sua ragione.
Un velo nero offuscò lo splendore di quel sole;
tutto il caos si rovesciò in quella intelligenza,
tempio vivo, ripieno d'ordine e d'opulenza,
la cui volta aveva visto brillare tanto sfarzo.
S'installarono in lui la notte ed il silenzio, 
come in una cantina di cui s'è persa la chiave. 
Da quel giorno fu simile alle bestie randage, 
e quando se ne andava senza nulla vedere, 
nei campi, senza distinguere le estati dagl'inverni, 
sporco, inutile e laido come cosa da buttar via, 
 dei fanciulli faceva il trastullo e l'allegria.

Traduzione di Luciana Frezza
XVI 

 

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