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Poesia di Biagio Marin
Una canson de fémena se stende

Una canson de fémena se stende
comò caressa colda sul paese;
el gran silensio fa le maravegie
per quela vose drfo de bianche tende.

 EI vespro setenbrin el gera casto:
fra le case incantàe da la so luse
se sentiva 'na machina de cùse
sbusinà a mosca drento el sielo vasto.

Inprovisa quel'onda l'ha somerso
 duto 'l paese ne la nostalgia:
la vose colda i cuori porta via
nel sielo setenbrin, cristalo terso.

Una canzone di donna si stende I come carezza calda sul paese; /il gran
silenzio fa le meraviglie /per quella voce dietro bianche tende. / Il vespro
settembrino era casto: / fra le case incantate dalla sua luce I si sentiva una
macchina da cucire /ronzare a mosca entro il cielo vasto. Il Improvvisa
quell'onda ha sommerso /tutto il paese nella nostalgia: /la voce calda i
cuori porta via / nel cielo settembrino, cristallo terso.

Il silenzio che regna in paese nella luce tranquilla del vespro è attraversato dal canto di una donna che avvolge il paese stesso 
in una calda carezza. La sera di settembre prima era ingenua e serena, non turbata da pensiero alcuno, perché nel silenzio 
emergeva soltanto il rumore di una macchina per cucire. Ma la voce della donna ha prodotto nella pace settembrina un'incrinatura, ha portato nel cuore della gente un moto di nostalgia che spezza l'incanto di prima. 

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