Poesia di Giacomo Zanella
Acquazzone
Il suo stridor sospeso ha la cicala:
la rondinella con obliquo volo
terra terra sen va: sul fumaiuolo
bianca colomba si pulisce l’ala.
Grossa, sonante qualche goccia cala,
che di pinte anitrelle allegro stuolo
evita con clamor: lieve dal suolo
di spenta polve una fragranza esala.
Scròscia la pioggia e contro il sol riluce,
come fili d’argento: il ruscel suona
che la villa circonda e par torrente,
sulle cui ripe a salti si conduce
lo scalzo fanciulletto ed abbandona
le sue flotte di carta alla corrente.
E' vicino il temporale e il poeta ne avverte la presenza nelle voci della natura e degli animali, ritratti in un atteggiamento di
sorpresa trepidazione.
La cicala ha interrotto il suo verso monotono, la rondinella sfiora la terra con voli trasversali e larghi, sul camino la colomba
si pulisce placidamente l'ala. Ma ecco le prime gocce: un allegro stuolo di anatrelle allora fugge commentando
con suoni striduli e rauchi l'evento, mentre dalla terra si leva il caratteristico odore di polvere arsa. Poi la pioggia scroscia e alla fantasia del poeta appare come una fitta tela di fili d'argento.
Intanto le voci della natura assumono un suono diverso coperto a tratti dal fragore del ruscello. La bella immagine del bambino intento ad affidare le sue barchette alla corrente, chiude degnamente l'elegante sonetto.
La limpidezza dei versi, i vari elementi del paesaggio, fissati in un quadretto di plastica bellezza, la musicalità delle parole sgorgate dalla penna del poeta, rivelano la squisita sensibilità di Giacomo Zanella e la sua capacità pittorica.