Poesia di Edvige Pesce Gorini
L'aratro
lo solco la terra che dorme;
la desto dal greve riposo,
e s'uscito i succhi e gli umori,
che danno, alle zolle, i colori
rossicci e ferrigni del saio.
La tacita vita di tutte
le occulte radici, dei pruni,
dei chicchi, da mesi sepolti,.
dei sali in granelli disciolti,
rinasce alla gioia dell'aria.
Ne fremono tutte le zolle:
la terra, più fresca, più molle,
s'appresta alla nuova fatica.
E va la mia punta lucente
fra steli e germogli appassiti,
tra larve minute ed insetti,
tra foglie marcite e bruchetti.
Preparo così le maggesi:
tra poco ogni zolla leggera
all'altra sarà riallacciata
da fili di rete intricata,
da teneri, verdi germogli:
i provvidi steli dei grani
che germineranno domani!
la desto dal greve riposo,
e s'uscito i succhi e gli umori,
che danno, alle zolle, i colori
rossicci e ferrigni del saio.
La tacita vita di tutte
le occulte radici, dei pruni,
dei chicchi, da mesi sepolti,.
dei sali in granelli disciolti,
rinasce alla gioia dell'aria.
Ne fremono tutte le zolle:
la terra, più fresca, più molle,
s'appresta alla nuova fatica.
E va la mia punta lucente
fra steli e germogli appassiti,
tra larve minute ed insetti,
tra foglie marcite e bruchetti.
Preparo così le maggesi:
tra poco ogni zolla leggera
all'altra sarà riallacciata
da fili di rete intricata,
da teneri, verdi germogli:
i provvidi steli dei grani
che germineranno domani!