Poesia di Eugenio Montale
Sulla spiaggia
Ora il chiarore si fa più diffuso.
Ancora chiusi gli ultimi ombrelloni.
Poi appare qualcuno che trascina
il suo gommone.
La venditrice d'erbe viene e affonda
sulla rena la sua mole, un groviglio
di vene varicose. È un monolito
diroccato dai picchi di Lunigiana.
Quando mi parla resto senza fiato,
le sue parole sono la Verità.
Ma tra poco sarà qui il cafarnao
delle carni, dei gesti e delle barbe.
Tutti i lemuri umani avranno al collo
croci e catene. Quanta religione.
E c'è chi s'era illuso di ripetere
l'exploit di Crusoe!
Ancora chiusi gli ultimi ombrelloni.
Poi appare qualcuno che trascina
il suo gommone.
La venditrice d'erbe viene e affonda
sulla rena la sua mole, un groviglio
di vene varicose. È un monolito
diroccato dai picchi di Lunigiana.
Quando mi parla resto senza fiato,
le sue parole sono la Verità.
Ma tra poco sarà qui il cafarnao
delle carni, dei gesti e delle barbe.
Tutti i lemuri umani avranno al collo
croci e catene. Quanta religione.
E c'è chi s'era illuso di ripetere
l'exploit di Crusoe!
da Diario del '71 e del '72
Una spiaggia in settembre, di prima mattina: una massiccia fruttivendola venuta dalla Lunigiana, e il poeta che cerca la solitudine più completa, quasi per rivivere l'impresa (l'exploit) di Robinson Crusoe.
Ma ben presto sopraggiunge un gruppo di giovani hippies, che Montale - sfumata ormai la possibilità di imitare Crusoe - giudica abbastanza severamente e forse con un tantino di cattiveria. La poesia ha la data del 30 settembre 1972.
Ma ben presto sopraggiunge un gruppo di giovani hippies, che Montale - sfumata ormai la possibilità di imitare Crusoe - giudica abbastanza severamente e forse con un tantino di cattiveria. La poesia ha la data del 30 settembre 1972.